Le immagini che proponiamo nello SpazioAnteprima da sabato 18 settembre sono state realizzate per "Il Sindaco delle paludi”, un progetto promosso dal Comitato provinciale AICS di Bologna, dall’AICS Emilia Romagna e dal Settore Cultura della Direzione nazionale AICS.
L’iniziativa, finanziata dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del percorso “Memoria del Novecento”, rievoca la figura di Giuseppe Massarenti – nel 70° anniversario della morte.
Giuseppe Massarenti, il Sindaco delle Paludi
Mostra delle Opere di Tiziana Marongiu | Anaizit
Anaizit (nome d'arte della molinellese Tiziana Marongiu), il "garzone di bottega" che usa la fotografia e - a volte - anche le parole, per scrutare il mondo e l'animo umano, che ancora tanto deve imparare. Porta dentro fin da piccola “un fuoco" mai spento, alimentato costantemente dalle migliaia di libri letti, dalla passione per i viaggi in luoghi inesplorati e da persone e situazioniche solo attraverso i racconti e le immagini dei fotoreporter - in particolare le donne: come Dorothea Lange, Tina Modotti, Gerda Taro, Letizia Battaglia, Mary Ellen Mark - in giro per il mondo ha avuto modo di conoscere.
Avrebbe voluto intraprendere e - senza ombra dubbio - la strada del fotogiornalismo. Riempire lo zaino di attrezzature fotografiche e partire. Ma la vita a un certo punto l’ha fermata ipotecandole i sogni e il futuro. Pensa però che la passione, anche se sopita dalle responsabilità, continui a circolare come il sangue nelle vene, mantenendo viva e accesa la fiammella dell'emozione dello scatto, del fermo immagine, di quel momento magico che solo la macchina fotografica, come un prezioso quaderno degli appunti, può dare.
Fotografare non significa solo vedere. Nella fotografia di Anaizit si supera l’immagine di reportage, mordi e fuggi, per approfondire un lavoro sull' icona e sulla memoria.
La capacità di sintetizzare ed espandere.
La foto come mezzo visivo dice tanto (forse anche troppo), ma la foto è molto di più: è elemento innescante di altro.
E se guardiamo sul piano dell'estetica, la lettura resta superficiale e vengono perse per strada tutte le altre valenze che invece la foto porta con sé.
Parliamo come esse siano elemento innescante di altre dinamiche, che non è solo osservazione.
Le foto sono fatte per essere viste e la passione di Anaizit di condividere , la sua generosità è stupefacente.
Traspare nel suo desiderio di stare con gli altri, con coloro che leggendo le foto, hanno bisogno di sperimentare un linguaggio.
E questo non si può fare da soli. Ognuno di noi ha bisogno dei giusti interlocutori e giuste aree culturali nel condividere il nostro tempo, il nostro territorio.
Adesso più che mai. Mai come ora.
Nello scatto fotografico tutto nasce dal gesto, da ciò che sta tra la mano, il braccio, il corpo: la macchina fotografica.
Le persone, le cose, gli oggetti, la natura nella loro banale affermazione, sono il punto di partenza per giungere alla realtà che desideriamo.
Nella perfezione dell’immagine traspare tutta l’immaginazione, personale lettura ed esperienza dell’artista. La fotografia di Anaizit riempie quella piccola ma incomparabile distanza tra l’evento, il luogo, la persona reale, così come la vediamo e il desiderio che ci appare di esso, traducibile in qualcosa di molto lieve ma moltiplicabile in altre visioni della realtà
in mostra fino a novembre 2021